…al Senatore Morra, con deferente rispetto, vorrei giungesse questo mio pensiero:

La repressione della criminalità consiste anche nella capacità di non renderla mitologica. Ieri, “coram populo”, preso dall’enfasi del discorso e dal calore delle telecamere, ha dimenticato di ricoprire una delle cariche più delicate di questa Repubblica ed ha spiattellato le criticità del sistema, fornendo una serie di notizie tese a svelare la mancata efficienza e, di conseguenza,  l’impotenza nei confronti del contrasto alla criminalità organizzata.

Nemmeno un principiante avrebbe commesso questa leggerezza, dimenticando in pochi minuti il significato di “interna corporis acta”, principale pilastro della Commissione bicamerale da Lei presieduta.

Durante questi 14 mesi, oltre a dirette Facebook e Instagram, selfie, like e sondaggi, Leggi emanate prive di decreti attuativi, non ho sentito parlare di contrasto alla criminalità.
Personalmente avverto, con senso di gratitudine, il lavoro quotidiano, svolto nella periferia come nelle grandi metropoli d’Italia da Magistrati, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Essi, seppur operano spesso con mille difficoltà e dovendo finanche badare a dover tenere conto dei litri di carburante consumati dalle auto di servizio o alla distribuzione delle risorse economiche da impegnare per le indagini, senza dover trascurare i salti mortali per il governo delle Risorse Umane disponibili in organico. Per un Dirigente o per un Comandante di Stazione, piccola o grande che sia, nel fare ogni giorno il proprio dovere vi sono da tenere in considerazione i continui tagli economici subiti. Infine, mi permetto soltanto di rammentarLe  l’amarezza e lo scoramento delle Forze dell’Ordine e dei Magistrati quando, a fronte di risultati conseguiti con impegno e pazienza, vedono svanire il risultato perché il nostro Ordinamento giuridico apparentemente sembrerebbe voler confermare l’inesistenza della certezza della pena.


Per la questione del Santo Rosario mi astengo volutamente. Ricordo ancora i 10 Comandamenti e non posso dimenticare qualche articolo della Costituzione italiana, scritto per disciplinare i rapporti tra Stato e Chiesa. La laicità dello Stato non è un pretesto opzionale ma un preciso modo d’agire, soprattutto per quanti come Lei esercitano un mandato parlamentare.


Senatore Morra, quando ne avrà la possibilità, magari dopo la soluzione di questa crisi di governo, per favore rilegga il secondo Comandamento e pensi a servire la Patria svolgendo il Suo mandato con maggiore dedizione e disciplina, magari senza costruire miti ma contribuendo a legiferare e promuovendo politiche atte a mandare in galera i criminali.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro.

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