L’amore, anche se non pochi sono gli studiosi che sostengono si tratti di un fenomeno sociale relativamente recente, ha, in ogni caso, costantemente polarizzato l’attenzione e l’interesse degli studiosi fin dai tempi più antichi. Per avere una corretta interpretazione di questo fenomeno, va subito precisato che il termine è stato utilizzato per significati diversi anche se tante volte sono simili. Gli studiosi, infatti, parlano di amore genitori – figli, di amore per l’arte e per la cultura, di amore per gli animali, di amore per il prossimo, di amore per Dio e per i Santi, di amore per se stessi e di molte altre forme. Accanto a questa accezione multi dimensionale va collocato, in maniera diversa e preminente, l’amore inteso come attrazione dell’altro sotto il profilo sessuale. L’amore quale elemento scatenante che avvicina due persone mentre le lega in maniera reciproca in un vicendevole impeto di passioni. Anche in questo senso non si parla di un solo tipo di amore. In maniera diffusa, infatti, si usa parlare dell’amore sessuale, dell’amore puro, dell’amore spirituale, dell’amore coniugale e dell’amore extra-coniugale, dell’amore platonico, dell’amore omosessuale e dell’amore materiale. Lewis considera quattro tipi di amore: affetto, amicizia, Eros e Agape. Anche se la classificazione sopraindicata si presenta lacunosa perché esclude le relazioni genitore-figlio e maestro-discepolo può essere sviluppata come segue: l’affetto è il tipo di amore più elementare, più istintivo e più distante dalle esperienze e dalle attività superiori della mente umana: è “un piacere di bisogno”, mentre l’amicizia e l’Eros sono “piaceri di apprezzamento” poiché attivano i processi valutativi della mente. L’affetto ha per oggetto realtà prossime quali i propri cari, i vicini, la casa, il luogo di residenza.
L’amicizia è il tipo di amore meno naturale poiché non scaturisce da istinti, impulsi o passioni intense. Esso attiva le facoltà della mente, ragione, volontà, sentimento, e tende a incentivare il coinvolgimento affettivo nei confronti della realtà. L’eros, nell’accezione usata da Lewis, è un’esperienza affettiva intensa che presenta una gamma di disposizioni affettive tra gli estremi che si posizionano dalla trepidazione tenera alla passione, tutte contrassegnate dalla sublimazione delle pulsioni sessuali. L’Agape è l’amore di natura spirituale e di destinazione universalistica che si è incarnato nella rivelazione cristiana e nell’esperienza del cristianesimo. “Quando ci innamoriamo, per molto tempo continuiamo a dire a noi stessi di non esserlo. Passato il momento in cui ci si è rivelato l’evento straordinario, noi ritorniamo nella vita quotidiana e pensiamo che sia stato qualcosa di effimero. Con nostra meraviglia però ci ritorna in mente e crea un desiderio, uno struggimento che si placa soltanto sentendo la voce o rivedendo quella persona; poi scompare ancora, diciamo a noi stessi che era una infatuazione e che non ce ne importa nulla. Se però quel desiderio riappare, e riappare di nuovo e ci si impone, allora siamo innamorati. Quando siamo innamorati non possiamo raggiungere e tenere lo stato di tranquillità serena. Il nostro amore non è nelle nostre mani, ci trascende, ci trascina e ci costringe a mutare. Per riuscire a trasformare questa cosa in serenità quotidiana occorre distruggerla. E molte persone, uomini e donne, non hanno pace fino a che non hanno trasformato l’essere splendente del loro amore in qualcosa di controllabile, circoscritto, definito. “Tutto ciò che serve per raggiungere l’amato e farsi amare da lui è essenziale. Il resto non conta nulla.”

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