Questa mattina, alle 10.30, nell’auditorium di una Scuola posizionata geograficamente a quasi 1100 Kilometri dal luogo in cui vivo, sono stati avviati i lavori di un convegno avente come cornice di discussione la Legalità. Uno dei relatori, sincero ed autentico amico mio, da qualche giorno ed in occasione delle nostre telefonate, mi ha chiesto un piccolo contributo da portare all’iniziativa odierna e per sottoporla all’attenzione degli studenti, dei docenti e di tutti gli altri relatori presenti ai lavori. Non ho saputo resistere. Sono sempre più convinto che per uscire dal tunnel del pregiudizio, dobbiamo reagire mettendo in funzione tutta la nostra capacità di essere Calabresi invertendo la polarità sino ad oggi assunta e liberandoci dalla mala vita. Le persone libere, non possono più alimentare il silenzio degli onesti conferendo valenza e dominio al rumore dei criminali. Occorre farsi conoscere, confrontarsi, aprirsi, ragionare riuscendo a mettere al centro del nostro futuro agire la bellezza della nostra gente e tutta la sua disarmante semplicità. Questi sentimenti possono essere un valore aggiunto e non una povertà, come sino ad oggi molti hanno voluto far intendere.  La fiducia nello Stato, nelle sue Leggi e nel complesso lavoro quotidianamente svolto dall’intelligence investigativa va supportata anche e soprattutto da tutti. Continuare a girare la testa dall’altra parte perché il problema non ci riguarda direttamente oppure, continuare ad essere sordi, ciechi e muti, significherà chiudere le porte al futuro dei figli di questa terra ed alla grandiosa storia, in molti casi ancora tutta da scoprire e valorizzare, della nostra terra. Questi argomenti rappresentano il centro della quotidianità di moltissime persone; animano i nostri desideri e le nostre speranze ma nello stesso tempo incrementano il senso di paura e di chiusura. Quando poi assistiamo continuamente ad arresti, condanne e sequestri non riusciamo a cogliere la valenza liberatoria resaci dallo Stato. In molti sono portati a dire: è tutto marcio. Non ci resta che andare via. Poi, riflettendo e confrontandoci con altre persone notiamo il profumo più intenso dei nostri respiri, sempre piùcolmi del senso di libertà resoci dalle complesse e costanti indagini condotte dalle Forze dell’Ordine e dai Magistrati, ai quali indirizzo sentimenti di stima e ringraziamento per la crescente percezione di sicurezza resa alla collettività. C’è ancora tanto da fare. E’ vero. Intanto si inizia ad assistere al peso delle restrizioni di libertà e di godimento di beni inflitte a numerosi criminali, prima convinti di poter dominare per sempre l’universo ed ora affidati alle patrie galere. Con il passare del tempo si potranno registrare ulteriori sviluppi in tal senso. Il tessuto sociale calabrese dovrà saper cogliere questa opportunità per creare sviluppo, economia e per affrancarsi sempre e di più dalla mala vita neutralizzandone la diffusione del loro potere pervasivo. Fatta questa premessa, vorrei condividere il testo della lettera indirizzata ai ragazzi ed ai loro docenti. Spero di riuscire ad organizzare, presso una delle nostre Scuole, un evento simile a quello che si sta svolgendo mentre scrivo questa riflessione. In quell’occasione vorrei fossero gli relatori e gli stessi uditori, unitamente ad un numero pari di nostri ragazzi a confrontarsi sull’importanza della Legalità, invitando quella televisione regionale e nazionale e quel mondo della stampa, sempre più propensi a diffondere la cronaca e non la bellezza del riscatto sociale.
“Alla luce del Terzo Millennio, i giovani hanno il dovere di comprendere e nello stesso praticare il senso della legalità in ogni ambito della propria vita. Oggi più che mai occorre avere nelle vene, oltre al sangue, quei valori resi tali da quanti, per onorare l’Italia e lo Stato, hanno rimesso la loro vita durante l’esercizio della loro missione. La legalità non è una gabbia. Non è nemmeno una stanza blindata dalla quale non si può uscire. La legalità è poter respirare un fresco profumo di libertà, destinato a farci vivere meglio in ogni nostra scelta di vita. Oggi i giovani vengono additati come irresponsabili. A loro ci si rivolge senza garbo e con pessimismo. Cari ragazze e ragazzi, anche io sono stato giovane ed ho sofferto il vostro senso di sfiducia; ancora oggi continuo ad essere giovane grazie soprattutto alla vostra vicinanza.  Gli adulti ancora non hanno compreso che vivendo accanto ai giovani e conferendo loro fiducia si costruisce una bellissima alleanza, destinata ad essere il collante con un mondo privo di ipocrisia e retto dall’entusiasmo.  Dopo gli studi universitari ho deciso di vivere in Calabria perché è la mia terra; ho avuto la fortuna di vivere una breve parentesi professionale furi regione ed oggi quell’esperienza mi è servita tantissimo. Amo i  profumi ed i suoi colori della nostra Calabria. Ho imparato a conoscere ed amare tutte le sue contraddizioni ma ciò non significa essere disposto ad accettarle ma essere cosciente di dover lavorare insieme a tantissime altre persone di buona volontà per poterle cambiare. Per svolgere questo lavoro necessitano idee, energia, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco pensando a nuovi percorsi di vita, lavoro e tempo libero. Amici miei, pensateci un po, per cambiare in meglio un paese, una città, una provincia una regione occorre l’aiuto di tutti perché dobbiamo riuscire ad anteporre una certezza: non saremo più soltanto Calabresi, Veneti, Lombardi, Piemontesi. Saremo sempre più gli Italiani che dovranno saper dialogare  con tutta Europe. Per fare bene la nostra parte, quotidianamente siamo chiamati al rispetto di tre principi:

  • Amare la nostra famiglia;
  • Amare lo Stato e le sue Leggi;
  • Amare il territorio nel più esteso senso del termine.

Per poter vivere da Cittadini dovremo studiare sempre e di più. E’ indispensabile migliorarci e successivamente contribuire a rendere migliore ciò che ci circonda. Basta piangnistei. Nel breve periodo si vedrà poco. Il risultato si toccherà con mano quando la generazione odierna diverrà la generazione degli  adulti. Amici miei, quel giorno vi accorgerete di essere stati grandi sin dal momento in cui, nella vostra vita, avete inserito la prioritaria necessità di avere un progetto per essere migliori e per riversare tutto il vostro bene in una Comunità. Continuare a cercare i propri fantasmi nelle persone che avreste voluto essere vi renderà antipatici e soli. Giunga un carissimo saluto a tutti voi,  ai vostri docenti ed a quanti assistono ai lavori di questa favolosa giornata di amore per  l’Umanità.
Questo è il saluto portato dal mio carissimo amico. Quando organizzerò in Calabria l’evento, spero di potervi fare conoscere la sua calabresità, il suo amorevole senso di uomo di Stato, padre, marito e amico. Quella potrà essere l’occasione per imparare tanto”.

4 commenti su “L’impegno possibile”

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