*di Antonio Errigo
Caro Francesco, come promesso ti invio delle mie considerazioni scritte riferite al bellissimo e appassionato convegno del 16 agosto scorso a Cittanova. Ho partecipato con piacere anche se, a dirla tutta e con molta onestà, inizialmente ho provato un leggero disagio ad essere tra i relatori di un convegno che non trattava materie strettamente attinenti alla mia professione. Eppure, ho provato a trovare la giusta chiave per offrire un mio contributo personale. Sono molto critico con me stesso e ritengo che il 16 agosto io non abbia detto tutto ciò che mi ero proposto di dire, complice una leggera emozione. Colgo dunque l’occasione per inviarti qualche mia riflessione: Io ho 34 anni e ritengo di essere giovane: un giovane calabrese, figlio di calabresi. Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare tanto, in tutto il mondo, sia per piacere che per lavoro. Eppure, la Calabria la conosco poco. Certamente la conosco meno dei relatori che mi hanno preceduto a Cittanova e di quelli che sono intervenuti dopo di me. Come sai, a gennaio di quest’anno, anche grazie a te, ho vissuto una esperienza assai gratificante perché sono venuto ad insegnare il Diritto della Navigazione e dei Trasporti ai corsisti dell’ITS di Polistena (RC) impegnati nel Corso di Tecnico Superiore per l’Indomabilità e le Infrastrutture Logistiche. Una classe di circa 20 ragazzi che hanno stabilito subito con me un contatto di tipo personale, senza barriere, raccontandomi desideri e aspirazioni. Sono stati quattro giorni intensi dove io ho cercato di trasferire loro la mia idea del settore nel quale opero che è quello dei trasporti. Di contro, i ragazzi hanno lasciato a me un pezzo di verità. Quella che sui libri non trovi. Quella che percepisci solo con l’esperienza del contatto umano. Caro Francesco, tu sai bene che io quotidianamente mi confronto con un segmento di mercato che per l’Italia vale 400 miliardi di in export, 220 miliardi di interscambio marittimo, il 14% del PIL.Ma non è certo di dati che voglio parlarti. A Cittanova siamo stati chiamati a parlare di legalità e prospettive future. E, vedi, il settore delle infrastrutture, dei trasporti, della logistica, forse più di altri settori è affetto dall’illegalità. Perché è un settore strategico che vale tanti soldi. Pensa, 1 milione di addetti impiegati, oltre 160.000 imprese. Credo dunque che tra i miei doveri di giovane professionista, ci sia quello di offrire una prospettiva differente ai ragazzi che desiderano investire il proprio tempo per affermarsi in questo settore che per definizione è un settore che unisce. Mi spiego meglio con qualche esempio pratico. Parag Khanna, autore di successo, ha detto una cosa che mi ha colpito molto: in tutto il mondo ai c.d. millenials viene insegnato fin da giovani come l’Europa e l’Asia siano due continenti diversi. Eppure, a guardarli bene, sembra che siano sulla stessa massa terrestre. In questa epoca l’Europa sta costruendo le proprie infrastrutture verso EST mentre la Cina verso OVEST e la sensazione è che ci sia in atto un processo per incontrarsi nel mezzo raggiungendo una connessione completa. Senza connettività, i giovani non sopravvivrebbero nel ventunesimo secolo. Perché i giovani vogliono essere mobili. Vogliono poter lavorare ed operare nell’economia dei servizi e possono farlo se e solo se verrà offerta loro l’opportunità di beneficiare di un trasporto efficiente, magari connesso digitalmente. Ora, io credo che la Calabria, rispetto a questa logica globale, internazionale non è certo fuori partita. Come noto, il Porto di Gioia Tauro fa parte del corridoio Europeo Scandinavo Mediterraneo (mi riferisco alle reti TEN-t). E qui però si pone il primo dei problemi da superare. Poche settimane fa ho incontrato riservatamente alcuni europarlamentari italiani della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo che mi spiegavano che la Corte dei Conti, riguardo ai Fondi europei, ha bacchettato le regioni del Sud sui controlli per l’efficacia della spesa, elencando tutti i ritardi nei progetti, lanciando l’allarme sull’aumento del rischio di definanziamento, in caso di giudizio finale negativo della Commissione Ue. Francesco, tu sai bene che i Fondi strutturali europei sono l’unico strumento che l’Europa concede al Sud per implementare le proprie infrastrutture, poiché sia nella programmazione CEF (Connecting Europe Facility) non vi sono sostanzialmente possibilità di finanziare opere infrastrutturali nel Mezzogiorno d’Italia. Il CEF infatti, è uno strumento che si basa principalmente sulla competitività dei progetti e resta dunque agli Stati Membri effettuare le proposte progettuali, e nel caso dell’Italia alle Regioni (nella scorsa programmazione l’Italia non ha presentato progetti per il sud…). Bene, vorrei che tu che sei un sociologo (o un “eterno studente” come ami definirti) mi seguissi in un ragionamento che a Cittanova mi è sfuggito nonostante “vagasse” nella mia mente da un po’. La classe politica si presenta sul territorio solo e soltanto a ridosso delle elezioni. Esatto? Diciamo così, un mese, un mese e mezzo prima delle elezioni. Esiste pertanto uno scollamento tra il territorio e la politica, quella sana. Quindi se il politico, se la classe dirigente, non spende bene, o non spende affatto i fondi europei, indigna fino ad un certo punto il cittadino calabrese (o meridionale, in generale). Il cittadino ha bisogno di lavorare, e di risposte immediate. Chi offre queste risposte immediate? La malavita, che sul territorio non ci sta solo un mese e mezzo prima delle elezioni, ci sta sempre e offre risposte rapide. E bada bene che queste cose, come sai, non le dico io, le dicono magistrati autorevolissimi. Ora, a me pare evidente che in tutta la Calabria, così come in altre regioni meridionali, ci sia una patologia che si chiama autolesionismo (misto ad una buona dose incompetenza) che si ripercuote negativamente in termini di programmazione e controllo. Mi pare quindi, non esserci personale motivato e adeguato ad intercettare e gestire fondi pubblici europei con un’azione rapida e onesta. Quale soluzione a questa situazione? Certamente io non la presunzione di offrire soluzioni definitive, né ho un coniglio che esce dal cilindro. Ma posso offrirvi un mio pensiero, anzi una convinzione: per me l’unica soluzione possibile è studiare, imparare. Viaggiare. Informarsi. Un mio caro amico, appassionato di fotografia, un giorno regalandomi una sua foto mi scrisse una dedica. All’epoca io stavo partendo per gli Stati Uniti d’America. Mi scrisse “Quando parti, lascia sempre un buon motivo per tornare”. La Calabria deve formare i propri giovani, deve insegnare loro a partire lasciando però… un buon motivo per tornare. Scusami Francesco, ma Gioia Tauro non è considerato un porto sicuro…. Ma una “porta sicura” sì! La porta d’ingresso della cocaina. Bada bene, non spetta certo a me fare disamine su come si combattano certi fenomeni di portata globale. Come cittadino, ho piena fiducia sull’operato dell’Autorità Giudiziaria che ogni giorno contrasta le attività illecite. A me spetta solo il compito di contestualizzare le attività legate al mondo dei trasporti, delle infrastrutture, all’economia del mare, rispetto al quadro internazionale e ricordare a quanta più gente possibile come quell’area geografica, di questo quadro internazionale non è una comparsa…. È e potrebbe essere un attore protagonista. Credo inoltre che spetti agli imprenditori (quelli con la coscienza a posto), alle associazioni di imprenditori, spetta a tutti noi il compito di interessarci del nostro futuro. Altro che generazione disinteressata. Non è vero che noi giovani siamo disinteressati…. il convegno di Cittanova lo ha dimostrato…Disinteressati un cazzo! Io credo che l’altra verità sia quella che i giovani racconteranno agli altri giovani che sono rimasti, formandoli, incuriosendoli. Sarò felice quando un giovane calabrese parlerà ad un altro giovane calabrese rifuggendo da quel brutto senso di sfiducia e lo inviti a nuove esperienze con lo stesso linguaggio del corpo, con lo stesso stile, condividendo non solo un generico concetto di “antimafia”… ma condividendo un nuovo atteggiamento, ossia una risposta emotiva, sentimentale e comportamentale riguardo alla situazione nella quale versa la Calabria, l’Italia intera. Francesco caro, dal tuo intervento appassionato, ho capito ancora di più che condividere un atteggiamento ha un valore eccezionale, è la vera antimafia sociale. Perché da quel che ne so io le mafie non hanno mica paura delle nostre affermazioni fatte in piazza o privatamente. Hanno semplicemente paura che un atteggiamento diverso e contrario a quello imposto si propaghi, si diffonda, crei contagio. Come ho detto a Cittanova (almeno questo sono riuscito a dirlo!) la ndrangheta forse non finirà. O forse durerà altri 100 anni. Ma prima o poi, condividendo un atteggiamento, il fenomeno mafioso potrebbe attenuarsi e qualcosa prenderà il suo posto. E io spero che a prendere il suo posto ci siano le migliori menti di quel territorio che hanno comprato il biglietto di andata e poi abbiano sentito quel richiamo che ho sentito anche io, comprando diversi biglietti di ritorno. Se molliamo, se i giovani mollano, la ‘ndrangheta resterà per sempre e resterà in noi le sensazioni di essere inadatti a combatterla. Ti chiedo di continuare in quel che fai egregiamente, insegnando ai giovani (e anche a qualche adulto, ne sono certo) a non sentirsi inadatti. L’abilità, il talento direi, nel voler combattere questo stato di fatto viene fuori solo dopo un grande investimento su noi stessi. Dopo ore, giorni, mesi, anni di duro lavoro personale. Il Convegno di Cittanova è stato uno di quei giorni. Continuiamo così. GRAZIE ancora per l’invito.

Con affetto Antonio

 

A seguito dell’evento organizzato dall’Amministrazione Comunale di Cittanova il 16 Agosto 2018, ho condiviso nella sua interezza la bellissima riflessione inviatami dall’amico Antonio Errigo, Vice Direttore Generale ALIS.  Trattandosi di un vero e proprio momento di accrescimento culturale ho ritenuto  giusto farne tesoro comune con tutti gli amici che seguono le pubblicazioni su questo sito.

Grazie Antonio, di vero cuore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *